Qualche riga conclusiva sul nostro percorso di riflessione sul tema “dieta, motivazione e cambiamento“: cosa aspettarsi quando si arriva alla fine di un percorso dimagrante. Come rendere il cambiamento qualcosa di definitivo?
Sarebbe molto bello poter credere che, una volta raggiunto il peso forma e svolto esercizio fisico per un certo periodo, il lavoro sia terminato. Per avere successo sul lungo termine bisogna applicare le strategie imparate.
Conservare le buone abitudini è importante per tutti.
Per farlo è importante avere
- un progetto a lungo termine,
- fiducia nella possibilità di mantenere le proprie conquiste,
- coerenza.
Una delle ragioni per cui non riusciamo a mantenere i buoni propositi è che siamo liberi di deviare dai nostri progetti.
Nessuno ci punirà quando sgarriamo, nessuno se non noi stessi ci assicurerà che non manderemo tutto all’aria.
Essere protagonisti del nostro cambiamento significa essere al centro del nostro progetto, e nello stesso tempo custodi della sua riuscita (locus of control interno).
Alcuni pensano che avere un “guardiano” che controlli il nostro comportamento alimentare possa servire: pensano che affidarsi al dietologo, alla mamma, al nostro compagno, sia la soluzione. Lo è nel breve periodo.
In realtà nessuno può controllarci per sempre se non abbiamo dentro di noi la motivazione a non ricadere in vecchi errori (e questo non vale solo per la dieta).
Tali motivazioni passano attraverso un cambiamento più ampio che non riguarda solo il modo in cui mangiamo, ma anche quello in cui organizziamo la nostra giornata, la nostra vita, il nostro modo di relazionarci agli altri. Riguarda persino le nostre convinzioni, i nostri pensieri ed il modo in cui ci confrontiamo con le nostre emozioni.
Alcuni dei temi che abbiamo toccato in questo percorso, nei precedenti articoli, vi saranno utili per non abbandonare le buone abitudini: non esistono bacchette magiche che risolvano i problemi in modo definitivo, il successo dipende solo da noi stessi.
Avere un progetto a lungo termine significa anche, se volete, mettere nero su bianco i vostri propositi.
A questo scopo potrebbe esservi utile rendervi consapevoli di alcune cose, scrivere su un foglio:
– cosa volete vedervi fare da qui in avanti (un quadro chiaro e dettagliato, non vago)
– cosa dovete fare a questo scopo (siate specifici)
– perché vale la pena farlo (dichiarando le vostre motivazioni)
– gli effetti che avrà su di voi (la vostra reazione a tutto questo)
Dopo aver passato molti anni della nostra vita a “pensarci” in un certo modo, non sarà immediato riconoscerci in una nuova immagine di noi stessi. Non mi riferisco solo all’aspetto fisico, che pure è importante (alcune persone continuano per un po’ a percepirsi grasse pur essendo dimagrite, e si meravigliano per lungo tempo quando si vedono in abiti nuovi) ma anche alla definizione che abbiamo di noi stessi e del modo in cui viviamo insieme agli altri.
Il corpo è più veloce, la nostra personalità ha talvolta bisogno di più tempo per ri-definirsi in termini nuovi.
“Sono una persona magra, che svolge una vita sana, che fa attività fisica”: tutte queste affermazioni impiegano un po’ di tempo a perdere il carattere occasionale e momentaneo, e a diventare parte di noi.
Il successo del cambiamento è legato al momento in cui queste affermazioni cominciano ad appartenerci.
Impariamo a rifiutare qualsiasi etichetta che ci definisca come incapaci di portare avanti simili obiettivi: se ci siamo riusciti fino a questo punto, perché non potremo portarlo avanti per sempre?
Lo so, per sempre è tanto tempo, ma un passo alla volta, come il dimagrimento ci ha insegnato, molte cose diventano possibili.
Potrebbe accadere che vecchie abitudini tornino a trovarvi: in alcuni momenti di stress, o quando allenterete la soglia dell’attenzione, è probabile che siate tentati di tornare a mangiare come prima, o a smettere di allenarvi.
Non arrendetevi, mai: una o due volte non sono tutta la vita, se siete in un momento di debolezza nulla vi impedisce di tornare sulla strada che avete padroneggiato.
L’errore più rischioso è pensare che non sia cambiato nulla, che siete una persona incapace di mantenere il risultato, di non abbuffarsi, e così via.
Se il percorso che avete fatto è corretto (e questo NON dipende da quanti chili avete perso, ma da quello che avete imparato su voi stessi), avrete imparato l’arte della flessibilità: saprete dunque che tra il bianco e il nero esistono infinite sfumature di grigio.
Sbagliare non significa essere dei falliti.
Avrete capito cosa vi fa scattare la molla, e come correre ai ripari: imparare a guardarsi intorno, allargare il proprio campo di esperienze, trovare il piacere verso nuovi aspetti della vita quotidiana, riconoscere i propri campanelli d’allarme, ascoltare i messaggi del proprio corpo.
Ultimo, ma non meno importante, avrete capito quando è il momento di chiedere aiuto.
A volte sottovalutiamo, per orgoglio e voglia di farcela da soli, l’aspetto positivo del sostegno.
Siamo tutti convinti che la dieta sia una questione personale, di forza di volontà. E’ vero, ma solo per alcuni aspetti e fino ad un certo punto. Come più volte argomentato, non significa che il nostro dimagrimento dipende dagli altri: significa che dipende ANCHE dal modo in cui noi gestiamo i nostri rapporti con gli altri.
Prenderne consapevolezza per cambiare significa sapere quali sono i nostri limiti, e capire anche quando è il momento di rivolgerci ad un professionista. Quando il disagio è profondo, i chili sono tanti, i temi toccati sono ampi, è possibile che il fai-da-te non basti.
Non dimentichiamo che portare un fardello in due lo rende più leggero, e che quello che si può imparare da un percorso terapeutico (che di per sé non è esclusivamente curativo, ma mirato al benessere) è diverso dalle riflessioni che si possono fare tra sé e sé.
La relazione ha il potere di amplificare, rendere più veloce il percorso, centrare meglio gli obiettivi, offrirci nuovi punti di vista.
Detto questo, spero che ciascuno di voi sia arrivato a questo punto, di godere dei propri successi, e auguro a tutti buon cammino, buona Vita.
Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta
foto: l.f19.img.vnecdn.net
sono d’accordo con te su tutta la linea, anche io sono stata in dieta ,ho perso 15 kg, la prima cosa che ho fatto è stata cambiare la mia mente e convincermi che ce la potevo fare,poi sono state le abitudini, ho cercato di prendere un piccolo spazio solo per me e la mia famiglia ha capito e si è convinta che era quello del quale avevo bisogno, ora non abbuffarsi, pensare a ciò che si mangia, controllare le calorie e fare attività fisica sono diventati un’abitudine che non pesa neanche più!!!
baci
lo sai cosa ammiro di te? che sei determiata raggiungi gli obiettivi che ti programmi ,questo un grande esempio di moglie e mamma
continua cosi che sei bravissima e bellissima e giovanissima
tvbbbbb