Come nasce il tortellino #nonsolobuono

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Lo sapete quando mi piaccia visitare quelle aziende che in qualche modo fanno parte della quotidianità della nostra tavola.

Questa volta sono andata a visitare l’azienda Fini e il processo di produzione del tortellino :). E stata un esperienza bellissima e soprattutto utile, perché da mamma e da food blogger ritengo importante scoprire tecnicamente e
nutrizionalmente ciò che facciamo mangiare ai nostri figli.

La giornata è iniziata con la visita al monumento del tortellino, qui ho scoperto come è nato il tortellino, a quando pare un oste ‘guardone’ fissando dentro il buco di una serratura vide l’ombelico di una donna, ovvero l’ombelico di Venere e da qui si ispirò per creare il tortellino. Vi lascio immaginare lo stupore ironico che ho provato nel sentire questa storia, ai giorni nostri sarebbe scattata subito una denuncia con la richiesta dei diritti per l’idea :D.

Subito dopo abbiamo raggiunto lo stabilimento, dove ci aspettava una guida, Cristina Galli, responsabile controllo e qualità dell’azienda, ma soprattutto mamma come me, che ci ha accompagnati all’interno dello stabilimento. Una persona preparata e che ci ha tolto ogni dubbio sul metodo di preparazione della pasta e del ripieno, quest’ultimo è ricco di fibre, che oltre a rendere l’impasto ben legato, fa bene alla nostra salute. 
Abbiamo anche assistito alla preparazione del ripieno al crudo e mortadella, e lo abbiamo assaggiato appena fatto, non potete immaginare i profumi che inebriavano l’aria che si respirava ^_^, e che fame, oltre tutto era pure ora di pranzo.

A seguire abbiamo visto la parte di produzione dei tortellini dove abbiamo potuto assaggiare i tortellini appena fatti ma crudi, per poi riassaggiarli poco dopo la pastorizzazione. Alla fine abbiamo visto la zona di confezionamento, dove però non siamo potuti entrare perché è il momento in cui i tortellini sono già pastorizzati e vengono depositati in un ambiente quasi sterile (la loro confezione) e quindi entrando si rischiava di contaminare l’aria pulita del locale.

Ho anche apprezzato il fatto, che le figlie di Cristina Galli, sono le sue ‘assaggiatrici ufficiali’ e ogni prodotto nuovo viene fatto assaggiare anche loro, questo mi ha dato una grande sensazione di fiducia, perché io da mamma farei assaggiare delle cose ai miei figli solo se sono sicure al 100%.

Infine abbiamo visitato il reparto di confezionamento, anche qui le confezioni vengono controllate singolarmente, questo per evitare che escano confezioni non perfettamente sigillate, dove potrebbe passare aria che permetterebbe lo sviluppo di muffe.

A questo punto eravamo affamate e abbiamo raggiunto lo chef Mirko Pinna che ci ha deliziato con le sue ricette durante uno show cooking. Grazie a lui ho scoperto un modo sano e veloce di preparare tortellini e ravioli, una padella calda e un bicchiere di acqua, saltando la fase della bollitura e nel giro di pochissimo tempo il vostro piatto sarà pronto. Di questa cosa ne avevo sentito parlare, ma sapete come si dice? San Tommaso non crede se non tocca con mano e io dopo aver assaggiato le ricette proposte dallo chef ho scoperto un mondo…

La passione per la cucina, non vuol dire che ha tutti i costi, tutto va fatto in casa. Io ho 4 figli anzi 5 perché Camilla fa parte integrante della mia famiglia, se dovessi fare tortellini e ravioli due volte a settimana credo che impazzirei, perché tra lavatrici, panni da asciugare e pulizie da fare ne ho già abbastanza, per cui impastare pasta fresca è una di quelle cose che faccio in momenti speciali e solo quando so che la cosa non mi stressi più di tanto.

Ecco perché, per me è importante scoprire quali siano i prodotti che meritano la mia attenzione. Se poi considerate che Biagio è praticamente goloso di Tortellini in brodo, è fondamentale scegliere quale sia l’azienda a cui riporre la mia fiducia.

Basta dare un’occhiata alla missione dell’azienda Fini, Non solo buono, per ritrovarmi pienamente d’accordo, se poi tradizione ed innovazione riescono a convivere serenamente, il mio SI verso questa azienda è ormai deciso :).

Vi elenco in breve i punti salienti della Mission di #nonsolobuono

‘È una storia di persone.

È la storia delle persone che lavorano per mantenere i nostri prodotti autentici.

È la storia delle persone che consumano i nostri prodotti, e prima ancora di quelle che raccolgono le materie prime al punto giusto della maturazione.

È un viaggio nella buona cucina

Il cibo deve essere bello da raccontare, da vedere, da preparare, da servire, da fotografare, da condividere.

Ma non c’è autentica bellezza se non sai cosa mangi, da dove proviene, qual è la sua storia, uanto è in armonia con la natura, quanto rispetta l’ambiente e la stagionalità.

È convivialità…

È l’equilibrio dei nutrienti… senza rinunciare al gusto.’

Ecco qui il video che è stato girato durante il tour:

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