Autunno-Arcimboldo

imageEd eccoci ad uno dei miei artisti preferiti, dotato di un’originalità unica e di una fantasia rara e geniale: Giuseppe Arcimboldi, famoso soprattutto con il nome Arcimboldo con cui firmava le sue opere.
Pittore milanese della seconda metà del 1500, divenne celebre per la sua scelta di utilizzare fiori, frutta, alimenti, animali per costruire dei veri e propri ritratti denominati ” teste composte”.
La sua arte e’assolutamente particolare e venne apprezzata soprattutto dai nobili che gli commissionarono diverse opere e lo chiamarono presso le loro corti in più di un’occasione.

Arcimboldo e’ un artista che ricerca sia l’aspetto giocoso che quello grottesco: originali e divertenti ad un primo sguardo, le “teste composte” risultano enigmatiche ed inquietanti se le si osserva più attentamente. I colori sono spesso forti, ma comunque scuri e gli elementi che compongono le teste realistici.

Qui vediamo uno dei tanti esempi della sua opera: Autunno. Dedicata ad una delle quattro stagioni, che ritrasse tutte secondo la sua “concezione”, la testa si compone di vari alimenti, tra i quali spicca il frutto autunnale per eccellenza, l’uva. Altre componenti importanti sono pere, mele, una melagrana, il guscio di un riccio di castagna, un fungo del grano e un fico. Il collo e’ rappresentato con le assi di un tino.
L’aspetto dell'”uomo” non è esattamente piacente, ma acre e un po’ rozzo. I dettagli sono molto curati, come sempre, e niente è lasciato al caso.
I quattro quadri appartenenti al ciclo de “Le stagioni” furono commissionate e realizzate nel 1562 per la corte viennese, ma “Autunno” e’ una copia dipinta dall’artista qualche anno più tardi.

L’opulenza apparente delle “teste” cela un significato simbolico legato al tempo in cui Arcimboldo viveva e dipingeva: l’ammassarsi di cose, il disordine nel quale viviamo dal quale è difficile trovare un significato oggettivo, dal quale è impossibile estrapolare un senso.
Da qui la similitudine col cibo ( o con altri oggetti): un grappolo d’uva solitario sarebbe parso semplice e banale, ma ordinato e chiaro. Il mischiarsi di vari frutti diventa invece una mischia caotica che si trasforma in un viso mostruoso.

Pur nella sua evidente originalità, Arcimboldo e’ un artista che vuole esprimere la sua concezione filosofica della vita attraverso la pittura, non attraverso l’espressione di un volto o la rappresentazione di un episodio mitologico o religioso, etc… Ma con la scelta di oggetti o alimenti crea ritratti surreali e grotteschi che ci dimostrano quanto la natura umana possa essere mostruosa quando è disordinata e priva di un senso logico.

Per dirla semplice, e’ un po’ come quando le nostre mamme ci dicevano di non mischiare i cibi perché saremmo stati male: immancabilmente arrivava il mal di pancia!

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