Dieta: strategie per non fallire

Facilitare un percorso di dimagrimento significa scegliere un programma che si avvicina al nostro stile di vita e che non ci renda le cose troppo difficili. Un buon atteggiamento di fondo, inoltre, è quello di imparare a volersi bene, ad apprezzare i piccoli progressi, ad essere in ascolto dei propri fallimenti come occasione di cambiamento.

Nel precedente articolo avevamo cominciato a discutere di alcune possibilità per avere più successo in una dieta. Oggi ne intregriamo altre, che possano far crescere la nostra consapevolezza.

  • Fatevi accompagnare dai vostri valori.

Ogni volta che è necessario intraprendere un progetto a lungo termine è necessario giocare d’anticipo e programmare ogni eventualità.
Dovendo affrontare un lungo percorso, non pensereste ai viveri o alle cose che vi sarebbero necessarie? Con la dieta è necessario programmare la nostra comodità: per questo è fondamentale che il programma da noi scelto non ci richieda un impegno maggiore di quello che possiamo affrontare.

Mi spiego meglio: uno stile di vita troppo distante da quello in cui crediamo e che per noi è importante alla lunga ci stancherebbe, e non ci permetterebbe di portare a termine l’impegno preso. E’ inutile seguire una dieta protal se siamo vegetariani, o viceversa: non durerebbe più di qualche settimana.

La nostra dieta deve seguire delle regole salutistiche, permettendoci di adeguarci facilmente ad esse. Magari non sarà così per tutto: ci saranno punti sui quali ci dovremo impegnare un po’ di più (come usare meno sale se soffriamo di ipertensione), ma questo dovrebbe essere l’andamento generale.

Provate, inoltre, a quantificare un valore (da 0 a 100) alla perdita di peso, uno alla corretta alimentazione, ed uno all’esercizio fisico. Valori alti dovrebbero avere una corrispondenza nel vostro comportamento quotidiano: se così non è, chiedetevi cosa potete fare per far tornare congruenza tra quello che credete e come vi comportate.

Chiedetevi quanta fiducia avete nelle vostre possibilità di riuscire a mangiare sano, o fare esercizio fisico: rafforzare la vostra fiducia vi preparerà all’azione.

  • Siate indulgenti con voi stessi (e quindi anche con gli altri).

Gli estremismi non pagano, ed anche se in alcuni casi forzare la mano può costituire una valida spinta verso la determinazione, sul lungo periodo è una scelta che ci si ritorce sempre contro.

Il vero cambiamento non è cieco o con i paraocchi (come chi procede come un bulldozer), ma si apre alla consapevolezza e al guardarsi intorno a 360 gradi.

Essere indulgenti significa volersi bene, apprezzare i piccoli progressi anche quando sono minimi e lentissimi, tollerare le nostre debolezze o i momenti di defaillance.

Leggo spesso di fanatismi legati al mondo delle diete, in cui ci si accusa a vicenda davanti alla possibile trasgressione delle regole di un regime famoso. Mortificare gli altri o noi stessi per aver commesso un errore alimentare non serve a molto, e non è sufficiente a fare da sprone.

I motivi delle nostre nostre debolezze possono essere molteplici, e piuttosto che essere criticati meriterebbero di essere ascoltati, proprio per quel percorso di ampliamento della consapevolezza e di scioglimento dell’ambivalenza di cui abbiamo già parlato.

A volte ciò che induce a mollare è proprio la sensazione che sia tutto inutile: gli errori servono invece a imparare qualcosa su noi stessi, e a correggere il tiro. Tavolta “le voglie” ci indicano che abbiamo bisogno di un alimento, altre volte ci mostrano un meccanismo disfunzionale (del tipo “mangio perché sono nervoso”) che merita uguale attenzione per potercene liberare.

Usate il confronto con gli altri in modo costruttivo, per cercare motivazione ed incoraggiamento, non per essere inquadrati in regole impersonali che non vi appartengono e non vi aiutano a crescere, innanzitutto, come persone.

Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

foto: rgbstock.com

 

Comments

  1. Beh tu sei davvero brava!!!!

  2. Marcella Agnone dice

    Grazie cara Mila.
    Piacere di averti tra queste pagine.

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