Dimagrire: un progetto di cambiamento a stadi

Parleremo oggi del cambiamento come di un percorso a stadi. E’ un modo per esemplificare un “cammino” fatto di emozioni e pensieri, e renderlo un po’ più visibile alla nostra consapevolezza.

Il cambiamento avviene attraverso fasi di cui potremmo anche non essere coscienti, e che probabilmente sono più facili da osservare una volta che si è arrivati ad un certo punto del percorso, ma che esistono da prima.

Queste fasi non vanno intese come un percorso unidirezionale, ma ciascuno di noi può andare avanti e indietro attraverso questi step a seconda delle sue vicende personali e di vita.

Per tutto ciò che riguarda le decisioni importanti della vita, ci si muove attraverso un progetto personale che ci “mette in contatto” con il cambiamento. E’ una sorta di avvicinamento progressivo e graduale (anche quando a noi pare di averlo fatto all’improvviso, da un giorno all’altro) che ha piccoli segni nascosti nella nostra quotidianità.

Per molti autori ci sono delle fasi nel ciclo di contatto con il cambiamento.

Queste accompagnano quello che percepiamo, il ciclo della nostra esperienza. Per meglio comprenderne il senso, si possono metaforizzare con le seguenti interessanti definizioni (Quattrini, Mazzei):

1) “cosa sento”: che definisce il mio vissuto nell’entrare in contatto con l’esperienza [in questo caso “mettermi a dieta”]

2) “cosa voglio”: che rappresenta desideri e scopi di questo vissuto

3) “cosa faccio”: che costituisce scelte e azioni per soddisfare questo bisogno

4) “cosa sento dopo averlo fatto”: è l’esperienza di eventuale appagamento/soddisfazione che segue l’azione.


Le fasi che ci portan
o al cambiamento (di cui parleremo meglio nel prossimo articolo) non trascorrono uguali per tutti, e se per qualcuno possono essere molto rapide, qualcun altro si soffermerà maggiormente in una che per lui è significativa, altri ancora non riusciranno a superarne qualcuna e “torneranno indietro”.

Il motivo è, come accennavamo nel precedente articolo, è che il cambiamento (soprattutto quello importante) è sempre ambivalente, e ciascuno di noi si ferma proprio nella fase che rappresenta il suo ostacolo ad andare avanti.

Vi chiederete: perché dovrei desiderare di restare come sono, se così come sono non mi piace?

I motivi sono molteplici.
Oggi prendiamo in considerazione quello del grado di fiducia nelle vostre possibilità di farcela: se non siete davvero convinti di poter conquistare la vostra meta, tutti gli sforzi fatti per raggiungerla saranno vani.

Ritengo che uno dei punti-chiave di un progetto di cambiamento debba partire da un bilancio tra vantaggi e svantaggi del vostro piano.

Un elenco a due colonne sarà molto utile a concretizzare i vostri pensieri: “perché mettermi a dieta/ perché non mettermi a dieta”.

All’inizio vi sembrerà (soprattutto se così vi hanno insegnato) che ci siano solo vantaggi nell’intraprendere la strada per il dimagrimento. In realtà il vostro corpo, la vostra mente, sanno bene che non è così.

Ricordate cosa dicevamo nel precedente articolo? Se siamo arrivati ad un certo punto, è perché quella era la cosa più funzionale per noi. Il nostro grasso, fino ad un certo punto, ci ha protetti da qualcosa di più spiacevole.

Ma arriva il momento in cui l’equilibrio tra vantaggi e svantaggi (in questo anche sul piano salutistico e non solo psicologico) non è più in pari. E noi dobbiamo inventarci strade nuove per il nostro benessere.

Questo non sarà facile, ma tutto comincia dalla nostra lista.
Prendetela sul serio: prima di cominciare è fondamentale dar voce ai motivi per cui è meglio NON dimagrire, NON mettersi a dieta (per tutti i sì c’è un mondo che li sostiene), non solo per imparare a conoscere meglio noi stessi, ma soprattutto perché questi NO saranno compagni di viaggio che incontreremo presto.

Forse si chiameranno tentazioni, nervosismo, gola, voglia di dolce, bisogno di coccole soddisfatto attraverso il cibo, forza di volontà che cala, non riuscire a dire di no a chi ci offre del cibo…
Potranno avere voce più o meno forte, ma di certo ci accompagneranno fino alla fine della dieta, ed anche dopo chiederanno di tornare al loro posto d’onore.

Posso assicurarvelo: ciascuno di noi ha ragioni per cambiare e ragioni per restare com’è, ed è meglio esserne consapevoli per raggiungere i nostri obiettivi.

Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

foto: mi-dortmund.de

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  1. […] di quanto discusso negli articoli precedenti, oggi parliamo di come è possibile identificare lo stadio di cambiamento in cui ci troviamo. Vale per qualsiasi tema, ma noi lo considereremo riguardo alla dieta e a quanto […]

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